lunedì 22 dicembre 2008

intervista all'autore

 1)      Chi è Matteo Buffa? (interessi, hobby, lavoro, famiglia…)

Ho trentacinque anni, sono sposato e considero la mia famiglia come qualcosa di fondamentale che sto scoprendo giorno per giorno. Sono da poco diventato papà e, come credo succeda a molti, sto riconsiderando anche il mio stato di figlio. Devo ammettere in tutta onestà che l’essere diventato padre mi sta cambiando davvero molto anche come figlio.

Sono un docente all’interno di corsi post laurea e post diploma. Insegno informatica e gestione risorse umane nell’ottica della comunicazione aziendale, e devo dire, con un misto di orgoglio e gioia, che adoro il mio lavoro. La comunicazione è diventata con il tempo la mia passione, portandomi a sperimentare i vari aspetti del dialogo, comprese le dinamiche tipiche dei testi scritti e offrendomi possibilità nuove non ancora sperimentate. Fino a tre anni fa, infatti, non avevo scritto nemmeno un racconto e liberavo la mia vena creativa solo durante le lezioni. Oggi ho un altro sbocco e la cosa mi piace.

 2)      Come nasce la tua passione per la scrittura?

Nasce dal mio interesse per la storia. All’Università, infatti, mi sono riavvicinato molto alla storia e ai suoi significati. Sono laureato in Scienze della Formazione e molti degli esami che ho sostenuto riguardavano la storia e le sue molte implicazioni. È stato grazie a questi esami che mi sono accostato alle dinamiche storiografiche e alla trasmissione degli eventi. Studiando i vari avvenimenti ho scoperto che memorizzavo meglio le informazioni se immaginavo la vita di qualche personaggio che viveva i fatti che studiavo. Anni dopo quando ho cominciato la stesura del romanzo, questa “creatività” mi è tornata naturale e ne è nato Vita post Mortem.

La mia passione per la scrittura nasce anche dalla passione sfrenata per la lettura. Spesso mi succede di leggere ad esaurimento: molte cose e attività vengono subordinate alla conclusione del libro che sto leggendo… in alcuni periodi della mia vita, mi sono anche preoccupato perché passavo più ore a leggere che a dormire. Quando poi ho dovuto fare entrambe le cose, leggere e scrivere, ho scoperto che finché leggo i libri degli altri non riesco a scrivere una sola parola. Devo concludere ciò che sto leggendo e far trascorrere almeno una settimana senza leggere. Dopo questa interruzione scrivere, rubando ogni mio momento libero, diventa naturale e affascinante. Perciò alterno periodi di scrittura intensa a periodi di lettura ancora più intensa, con molto gaudio di mia moglie che si ritrova sempre un marito a mezza pensione.

 3)      Chi sono gli autori a cui ti ispiri o vorresti somigliare?

Ci sono due autori a cui il mio modo di scrivere assomiglia. Un italiano: Valerio Massimo Manfredi e un inglese Bernard Cornwell. Entrambi trattano la storia dal di dentro, cioè rendono vivide le immagini delle emozioni e delle pene della vita del passato, nel passato. Si copre così che quelle emozioni e quelle sensazioni sono senza tempo.

Un altro autore che mi ha invece commosso fino alle lacrime è Josè Saramago che con il suo “Memoriale del convento” ha, a mio avviso, toccato il vertice della letteratura storica. E’ un romanzo difficile da leggere, ma riesce a toccare le corde delle emozioni così in profondità da rimanerne sbalorditi.

 4)      Come nasce il romanzo Vita Post Mortem?

Tutto parte da un viaggio a Cipro che ho fatto con mia moglie. Lì ho appreso alcune interpretazioni storiche, estremamente curiose, relative alla vita di San Lazzaro e alla dominazione veneziana. Si narra che San Lazzaro, quello resuscitato da Gesù, dopo essere ritornato alla vita approdò a Cipro e visse per trent’anni come vescovo di Kiton. Secoli dopo Venezia divenne la reggente dell’isola e ne face l’avamposto dei suoi commerci in medio oriente. Venezia era famosa per il commercio delle reliquie, perciò l’unione delle due vicende, anche a distanza di secoli, ha dato vita alla trama avventurosa di Vita Post Mortem. Questo per quanto riguarda l’ambientazione.

In più volevo utilizzare il linguaggio dell’avventura per trasmettere alcuni concetti:

·      La presa di coscienza del proprio ruolo nella società.

All’epoca del romanzo il potere era suddiviso tra quello politico-economico delle sovranità indipendenti e quello temporale della chiesa. Per un nobile, quale è il protagonista, era fondamentale essere consapevole della sua situazione sociale ed economica, mantenere un distacco con la chiesa, ma saper gestire in modo eccellente le relazioni con essa. Ambientando nel passato questa diatriba, ho potuto utilizzare la vena eroica del cristianesimo per confrontarla alla parte eroica della vita dura e avventurosa delle genti veneziane guidate dalla serenissima. Un confronto che sicuramente può arricchire una personalità.

  • L’importanza del viaggio iniziatico da giovane a uomo del protagonista.

Il concetto di iniziazione è un passaggio che mi sembra abbia perso drasticamente rilevanza nella nostra realtà. Infatti, abbiamo ridotto i riti di passaggio, che hanno garantito la conservazione della cultura per secoli, a semplici consensi, in funzione di una idea di accesso indiscriminato alle possibilità. Personalmente ritengo che avere troppe possibilità sia un limite alla libertà di scelta, troppe scelte non sono meglio di poche: molte scelte possibili spingono sempre verso l’indecisione. In passato i giovani erano chiamati a diventare uomini molto presto rispetto ai canoni moderni, dovevano garantire un futuro per sé stessi, per le famiglie e per la società. I giovani delle nostre realtà non solo non sono più chiamati a fare lo stesso, ma vengono tenuti lontani da queste responsabilità il più possibile. Ne risultano uomini anagraficamente maturi, ma incapaci di prendere decisioni e senza spirito di iniziativa.

5)      I protagonisti, il loro aspetto, il loro carattere prendono spunto dalla vita reale oppure nascono e vivono solo nella tua fantasia?

La maggior parte dei personaggi nasce dalla mia fantasia. Ho creato l’aspetto, le caratteristiche fisiche e psicologiche dei protagonisti come uno strumento per raccontare la trama. Ai personaggi servivano determinate caratteristiche per poter comprendere pienamente lo svolgersi degli eventi, quindi dovevano cambiare man mano che la storia lo richiedeva.

Dalla vita reale ho preso i nomi: quasi tutti i personaggi della vicenda, hanno nomi che appartengono a miei conoscenti. Vivendo a Padova è più che normale che molti dei nostri cognomi abbiano origine veneziana.

 6)      Quando hai deciso di pubblicare come ti sei mosso?

Il libro è nato più come esercizio di comunicazione che come volontà di pubblicazione. Strada facendo, però, le dinamiche del libro si sono fatte avvincenti e ne è nato un libro che coinvolge il lettore. Così ho cominciato a pensare ad una possibile pubblicazione ed a reperire informazioni via internet. Ho trovato quasi subito un sito che mi ha aperto gli occhi su molte cose: il rifugio degli esordienti (http://www.danaelibri.it/rifugio/rifugio.htm)

Oltre ad avere una buona banca dati di editori, dà la possibilità di scremare i nominativi in funzione di alcune voci chiave, per esempio editori che richiedono un contributo all’autore, oppure per argomento di pubblicazione.

Io ho deciso fin da subito che se pubblicazione doveva essere allora sarebbe stata senza nessun contributo da parte mia. E mi sono mosso di conseguenza.

Altra considerazione utile è stata l’attenzione posta al primo contatto con la casa editrice. Come suggerito dal sito, ho inviato solo una lettera di presentazione e una sinossi del libro, dichiarando la mia disponibilità ad un incontro. Mi hanno risposto immediatamente (una settimana) diverse case editrici che comunque volevano un contributo parziale per la pubblicazione. Non le ho prese in considerazione. Poi è arrivata la telefonata di Cristiano Giraldi (Giraldi editore). In breve se ne è fatto carico e abbiamo firmato il contratto. A quel punto gran parte delle mie aspettative erano appagate. Un libro pubblicato!!!

Poi ho scoperto che ne nascevano altre. Il post-pubblicazione.

 7)      Come procede il post-pubblicazione?

Una volta visto il mio libro in libreria e sentito il parere positivo dei conoscenti che lo avevano acquistato, è nata in me anche la voglia di vederlo divulgato il più possibile. Purtroppo, però, nessuno è in grado di prevedere le vendite. Ovviamente più si pubblicizza il prodotto più lo si dovrebbe vendere, ma l’autore generalmente non ha le possibilità finanziarie per poterlo pubblicizzare a livello nazionale (specie se come nel mio caso si tratta del primo romanzo). La stessa casa editrice potrebbe non avere la possibilità di accedere a quei mezzi, perciò tutto si basa su un passaparola che generalmente non porta da nessuna parte. Esaurite le vendite dirette dell’autore agli amici e parenti, il libro potrebbe restare sconosciuto anche se presente nelle librerie. Molti librai, infatti, evidenziano sugli scaffali solo i grandi nomi e relegano i pochi libri sconosciuti che si degnano di acquisire ad oscuri scaffali del retro. Addirittura si inventano storie surreali sulla distribuzione in caso di prenotazione.

Consentitemi un po’ di polemica… in questi mesi di presenza nelle librerie ho imparato che, a quanto pare, se qualcosa non va, come dicono sempre i librai, “è colpa del distributore”… In realtà i librai spesso non fanno nemmeno la fatica di informarsi in merito alla presenza del libro presso il distributore e dopo 15 giorno dicono al cliente che il libro è in ristampa e che per averlo sarà necessario attendere… non si sa quanto. A quel punto, molto spesso l’acquirente esce dalla libreria e perde l’interesse all’acquisto.

E’ sconfortante, ma pare che sia l’autore, che la casa editrice, non abbiano nessuna possibilità di intervenire in questo processo. Solo la fugace quanto rara fortuna potrebbe trasformare un libro in un evento. Il tutto ovviamente a prescindere dalla bontà dello scritto.

Da parte mia ho cercato di diffondere il libro con presentazioni in biblioteca e in libreria e creando un mio blog (http://matteobuffa.blogspot.com/) in cui cerco di mantenere un rapporto con i lettori.

 8)      Hai trovato difficoltà nei tuoi rapporti con le case editrici?

Per ora no. Basta essere sicuri dei limiti che ci si impone e condividerli con le persone della casa editrice. Se sono persone oneste, come quelle che ho incontrato alla Giraldi, non avrete nessun problema.

 9)      Cosa puoi dirci di questa tua esperienza?

Credo di poter dividere l’esperienza editoriale di Vita Post Mortem in due periodi ben definiti. La parte di scrittura-rilettura e la parte di pubblicazione.

Il primo periodo è stato denso di interessante creatività che si è riflessa in tutti gli ambiti della mia vita: la famiglia, il lavoro, le amicizie, ecc. Per il fatto stesso di scrivere un testo così corposo e articolato, ho dovuto porre maggior attenzione all’uso che facevo delle parole e di questo ne hanno favorito sicuramente il rapporto con la mia famiglia, attraverso il dialogo, e il mio lavoro come docente.

Il secondo periodo, quello editoriale, sta passando nel segno dell’attesa. Con la firma del contratto la proprietà del libro passa all’editore che, secondo la logica semplicistica, ma funzionale, della domanda e dell’offerta, dovrebbe spingere il libro al massimo delle sue possibilità per poter rientrare delle spese e far si che l’investimento frutti il dovuto. Tuttavia questo potrebbe non avvenire con i tempi immaginati dall’autore. Perciò si attende. D’altra parte per ogni investimento dell’autore, il ritorno economico tramite i relativi diritti si avrebbe solo con la vendita di migliaia di copie.

L’autore cerca di fare il massimo nell’ambiente in cui si muove, ma nel caso di giovani esordienti la cosa si ferma ovviamente a qualche centinaio di copie.

Sinceramente non so come si evolverà la situazione per il mio Vita Post Mortem, ma sono soddisfatto di quel che ho prodotto e elaborato. E’ un buon romanzo e forse nel futuro verrà rivalutato. Fino ad allora, ed anche dopo, continuerò a scrivere.

 10)  Ci sarà un seguito a questo romanzo, ne scriverai uno del tutto diverso oppure sarà il tuo unico lavoro?

Di fatto il seguito è già concluso. Sono in fase di ultima rilettura, poi passerà all’editore che deciderà se e quando pubblicarlo.

Fatemi gli auguri e comprate il primo. Aspetterete con ansia il secondo. E’ una promessa.

lunedì 1 dicembre 2008

VIA DI FUGA

Ho appena ricevuto la conferma che anche il secondo libro sarà pubblicato dalla Giraldi editrice.
i tempi sono da definire, anche perchè sto avviando un progetto particolare con una scuola per la realizzazione della copertina. Sapete che la mia vena educatriva si attiva sempre in queste circostanze.
pertanto state all'erta perchè al salone del libro a Torino 2009 ci sarà anche il mio nuovo romanzo:

VIA DI FUGA